top of page

Non vi è mai capitato di pensare a come fosse vivere la vita di tutti i giorni nel 1910?, Andare a scuola, uscire la sera con gli amici... O Immaginare di ritrovarsi a Time Square negli anni ‘30; nell'Inghilterra degli anni 60 e vedere i Beatles attraversare le strisce pedonali. Viaggiare indietro nel tempo non è possibile, ancora,  eppure si possono più o meno rivivere quei momenti. Ma come? La risposta  si può trovare verso il 27 del mese, in fila alle poste a ritirare la pensione;  o la domenica mattina mentre prepara il pranzo per i nipotini. La risposta sono gli anziani.

 

I nostri nonni sono ora mai gli ultimi sopravvissuti di un secolo che piano piano tende a sfumare via. Certo, si potrebbe comodamente aprire Google e grazie all'aiuto di Wikipedia cercare le informazioni che si  vogliono; ma su Wikipedia non si possono trovare le emozioni e le sensazioni che le persone provavano a quei tempi. Nonostante spesso  possano sembrare burberi, gli anziani se gli si dà ascolto si possono rivivere attraverso la loro memoria emozioni che una pagina di un libro non può dare.

 

Mio nonno, Abele Alinti è un "veterano del 900'". Nato in Porta Romana nel 1919 è un milanese vecchio stampo, non proprio quel tipo di vecchietto che si può descrivere con l'aggettivo “adorabile”; certo, manca di tenerezza, ma le sue rughe e i suoi occhi colore azzurro cielo raccontano una vita di 97 anni, raccontano un secolo. Non ho mai dato molta importanza al fatto che mio nonno abbia un'età simile, limitandomi a vederlo solo come una fonte inesauribile di mancette; che quel gracile vecchietto che senza l'ausilio del bastone fatica a camminare è lo stesso uomo che nel 1940 è andato in guerra, ha patito per anni la vera fame e respirato le polveri delle acciaierie quando vi lavorava; la morte non lo spaventa. Mio nonno mi ha sempre detto che ormai non teme più la morte da molti anni, precisamente da quando ebbe il primo principio di infarto. Nonostante ciò, non che attenda  la morte sulla sua poltrona, semplicemente non la teme, anzi, quando due anni fa fu ricoverato per problemi gastrici io e mio padre eravamo in stanza a tenergli compagnia e tra un discorso e l'altro mio nonno saltò fuori con questa frase : "prima di accasciarmi a terra e morire farò una piroetta e canterò a squarcia gola fino a che non mi spengo". È comprensibile il suo pensiero, ha vissuto molto, ciò che di nuovo vede al giorno d'oggi non gli interessa neanche. Lui spera di potersi presto addormentare la notte e non svegliarsi la mattina seguente. Ma quando si compie 97 anni, fisicamente si è in buona forma nonostante l'età e la mente è ancora lucida si intuisce che ancora di strada se ne può fare. Mesi fa arrivò per posta a mio nonno un documento in cui il Comune gli chiedeva di rinnovare la prenotazione del loculo al cimitero, un loculo che vent'anni fa, alla morte di mia nonna, aveva prenotato pensando che da lì a poco sarebbe morto anche lui. Credo che l'unico nemico di un signore anziano di quasi 100 anni sia  il tempo. Mio nonno ha perso tutti i suoi amici e sua moglie già vent'anni fa. Si può immaginare soltanto quanto possa essere duro sentirsi "l'ultimo" e solo. Una volta mi disse che era tornato al centro anziani che fino 10 anni prima frequentava assiduamente perché gli piacevano le serate di ballo e quando arrivò non riconobbe nessuno, chi fino a 10 anni prima si trovava il sabato con lui a giocare a carte e a criticare i giovani d'oggi non c'era più.

 

97 anni sono tanti sono quasi un secolo, lui c'era quando il mondo cambiava in modo radicale e che ha vissuto praticamente tutti gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato il 900, magari non di persona ma lui c'era. Nel 1940 durante la seconda guerra mondiale fu imbarcato come soldato sulla corazzata Andrea Doria dove gli fu assegnato il compito di macchinista, lavoro molto pesante  Partecipò allo sbarco in Belgio dove sparò qualche colpo contro le difese belghe; sicuramente il suo compito lo tenne al di fuori dallo scontro vero e proprio, ma il caso volle che pochi mesi dopo il suo congedo la nave venne affondata.


Dopo il congedo tornò a casa da sua moglie e iniziò a lavorare in una acciaieria lavoro che continuò fino al suo pensionamento nel 1970. Questo mio intervento non vuole essere una biografia su mio nonno, il mio intento è quello di raccontare la storia attraverso la vita di mio nonno, non quindi filtrata dai vincitori o dalla storiografia ufficiale, ma tramite l’esperienza viva di un semplice uomo: mio nonno.

Mio Nonno

 

​

di Francesco Alinti

bottom of page