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Austria in Trincea

 

 

Marco Villa

Cosa sta succedendo?

Ad oggi il numero dei dei migranti che scappano da paesi come Libia, Siria, Egitto a causa della guerra, non tende a diminuire. Il fallimentare esperimento della Germania che nell'inverno scorso aveva deciso di accogliere in gran numero i migranti, è finito con delle conseguenze non desiderate:(i fatti di Colonia) ci insegna che non è sufficiente una politica di accoglienza per fronteggiare l’importante avvenimento dell’immigrazione.

Così l'Austria ha pensato di  mettersi ai ripari proponendo l'iniziativa di costruire un "Muro" al confine del valico del Brennero. L’iniziativa è stata molto contestata e i giornali, di norma, hanno solo riportato opinioni sommarie.

Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Cos'è questo muro?

Il "Muro" non serve a chiudere il valico, per altro lungo circa 300 m, ma servirebbe come sicurezza nel controllare il flusso dei migranti ed evitare delle fughe. Il muro non sarà fatto di mattoni o cemento ma sarà una recinzione in filo, non spinato, lunga 370 m. Le basi della recinzione, pali e piloni, saranno fissi mentre la rete verrà montata solo in caso di una grande affluenza dei migranti al confine. Con questa decisione, portata avanti dalla polizia del Tirolo e dai responsabili del managment di confine di Spielfeld (tra Austria e Slovenia), il governo austriaco non vuole isolarsi dall'Europa ma, in via precauzionale, controllare meglio i migranti.

Per poter controllare bene l'affluenza dei veicoli, l'autostrada avrà quattro corsie, due per i Tir e due per le auto. Ci saranno inoltre 250 poliziotti austriaci, aiutati forse da un corpo militare, che controlleranno i veicoli, la cui massima velocità potrà essere di 30 km/h. Le vetture sospette verranno fatte accostare in una zona particolare,e ispezionate.

Per quanto riguarda i treni ci sarà uno stop forzato a Steinach, subito dopo il confine. L'Austria desidererebbe controllare i treni già sul territorio italiano, così da evitare problemi sul proprio territorio.

Tutti coloro che richiederanno asilo saranno portati nei centri di Innsbuek e dintorni, mentre quelli non aventi il diritto saranno rispediti in Italia. Per poter effettuare bene questa operazione di controllo, verranno installati due container per la registrazione dei migranti.

E l'Italia cosa dice?

Questa ipotesi, che ormai sta diventando sempre di più minacciosa, non è approvata dall'Italia, popolo e politici.

Al Brennero, il 28 Aprile, infatti si è svolta una manifestazione, portata avanti dai centri sociali di Bologna e da Sinistra italiana, che contava circa 300 manifestanti, mentre la polizia austriaca al confine contava 350 unità, fatto questo che ha sucitato ulteriore clamore. Ma l'imponente spiegamento delle forze armate austriache era una precauzione per evitare ciò che è successo il 3 Aprile, giorno in cui ci furono altri scontri tra i dimostranti e i pochissimi agenti di polizia. Stavolta l'Austria si è presentata pronta con un gran numero di uomini, con tanto di cani e due idranti blindati da utilizzare sulla folla. Nello scontro del 28 Aprile sono stati i dimostranti a fare a prima mossa lanciando oggetti che avevano con se contro le forze dell'ordine. La polizia ha risposto utilizzando dello spray urticante che ha fatto allontanare la folla.

Oltre al popolo però anche dei politici si sono mossi contro questa iniziativa: Matteo Renzi e Angelino Alfano. Il presidente del Consiglio infatti dice che " l'ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e il futuro". Aggiunge anche che ciò causerebbe un danno al turismo austriaco oltre che all'importazione e esportazione europea. A sostegno di Renzi, anche il ministro dell'Interno dice che "è stata evitata la chiusura del valico e non ci saranno controlli sul territorio italiano." Continua dicendo che "stiamo lavorando per salvare il diritto di circolazione al Brennero, per fare chiarezza ed evitare una crisi con l'Austria." Chiude il suo discorso dicendo che purtroppo non si è evitata definitivamente la crisi poiché l'Austria ha paura che l'Italia non riesca a contenere il gran numero di migranti provenienti dalla Libia.

Scontri solo con l'Italia?

Ciò che sta accadendo al confine italiano-austriaco, sta accadendo anche lungo altri confini austriaci, in particolare quelli riguardanti Slovenia e Ungheria.

In Slovenia l'Australia è pronta a costruire una barriera che, come ha detto il ministro dell'interno Johanna Mikl-Leinter è un modo per garantire un flusso ordinato e controllato. In ogni caso non si tratterebbe di chiudere la frontiera.

Questa posizione è stata subito criticata dalla Germania che dice "noi non crediamo si possa risolvere il problema attuale con la costruzione di reti o muri", "saremo in grado di superarla unicamente se l'Europa nel suo complesso adotterà la stessa linea, se agiremo insieme." Inoltre il ministro dell'Interno tedesco, Stephane de Maiziere, definisce fuori luogo il comportamento austriaco che negli ultimi giorni, dopo il calar del buio, ha condotto dei rifugiati senza alcun preavviso o motivo alla frontiera tedesca.

In Ungheria invece già da un po' di tempo sono aumentati i controlli nei principali punti di accesso, con militari che pattugliano il confine. Questa operazione, come ha spiegato la polizia, serve solo per assicurare che non si verifichino degli ingressi illegali nello stato. La polizia però non ha spiegato la durata di questi controlli.

A opporsi alle autorità tedesche in questo caso è stata la curia: il vescovo locale, monsignor Ägidius Zsifkovics, si è opposto vietando la costruzione della recinzione sui territori della chiesa, terreno compreso tra il comune di Heiligenbrunn e di Moschendorf. Il titolare della Diocesi non ha voluto sentire ragioni ed è restato fermo nella sua posizione dicendo che "nel XXI secolo è impossibile avallare una barriera che umilia chi è costretto ad attraversarla di nascosto". Dice anche che "anche la famiglia di Gesù è stata famiglia di profughi" e "chi non riesce a comprenderlo non è cristiano".

Questa sua posizione è perfettamente allineata al pensiero di Papa Francesco che in più occasioni ha ribadito "chi vuole alzare i muri si situa al di fuori del Cristianesimo".

A questo punto la decisione più critica spetta a Vienna che deve decidere come gestire la imminente questione sulla possibilità di permettere ai migranti di entrare in Austria, cosa che l'Italia continua incessantemente a fare con un numero sempre più grande di immigrati che ogni giorno sbracano sulle coste italiane.

La domanda da porsi, ora che oltre a Francia, Slovenia e Svizzera anche l'Austria sembrano disinteressarsi del problema dei migranti, chiudendo o controllando i confini, è:

L'Europa aiuterà l'Italia in questa situazione o sarà abbandonata?

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