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Cosa succede dopo un terremoto

di Francesco Cavagna
Quando si scatena un terremoto, molte persone muoiono o rimangono senza casa, ma come agiscono i soccorritori? e come si deve comprotare lo stato davanti ad un evento come un terremoto?

Negli ultimi mesi si è sentito spesso parlare al telegiornale di terremoti, avvenuti quest'estate nel centro Italia, e delle continue scosse sismiche di assestamento nel Centro-sud.

Però, terminata la divulgazione dell’evento, resta sempre un po’ confuso l’iter degli interventi e delle manovre che vengono messe in atto successivamente.

Vediamo allora quali sono i passaggi che si innescano dopo un evento

 Dopo il manifestarsi di situazioni catastrofiche, come in questo caso un terremoto, le regioni chiedono al governo che sia riconosciuto lo stato di calamità e, dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, viene nominato un commissario straordinario, con un decreto del Presidente della Repubblica su proposta del ministro dell'Interno.

 che deve stabilizzare la situazione.

Stando all'articolo 225 del 1992 (l'articolo è contenuto nella gazzetta ufficiale,), tutti gli eventi calamitosi sono divisi in tre moduli a seconda della gravità:

- Il modulo A contiene gli eventi naturali o connessi con l'attività umana che possono essere fronteggiati con l'intervento di singoli enti locali.

-Il modulo B contiene gli eventi naturali o connessi con l'attività umana che comportano l'intervento di più enti o amministrazioni.

- Il modulo C contiene calamità, catastrofi e eventi connessi che devono essere fronteggiati  con mezzi e poteri straordinari.

Sempre secondo l'articolo 225 la Protezione civile interviene in caso di emergenza, mettendo a disposizione uomini e mezzi sia regionali che statali, e usa metodi tecnologici e informatici per allertare e informare le persone.

Le aree importanti della Protezione civile sono quelle dedicate alla prevenzione, al  controllo e al pronto intervento, quelle cioè che svolgono un'attività di salvaguardia  individuando le fonti di rischio su un territorio, e su queste elaborano dei progetti di intervento.

La protezione civile di qualsiasi area, quando si verifica una calamità in un'altra regione deve intervenire, in segno di solidarietà collaborando con il dipartimento nazionale della protezione civile.

il Commissario Straordinario Vasco Errani

Dopo il terremoto del 24 agosto che ha devastato alcune città del centro Italia nella zona compresa tra Acumuli e Arquata del Tronto, la Direzione di controllo della protezione civile ha svolto le attività necessarie per soccorrere e aiutare la popolazione, controllare abitazioni e monumenti.

Per far fronte a questa situazione, il Presidente della Repubblica ha nominato Vasco Errani commissario straordinario incaricato di gestire la ricostruzione delle zone distrutte dal sisma, spiega che le imprese che si occupano della ricostruzione devono iscriversi alla White List, cioè una lista che prova la regolarità dell'impresa,  questo per evitare che ci siano infiltrazioni mafiose nella gestione delle ricostruzioni, verrà anche costituito un Ufficio Speciale per la Ricostruzione, formato dal commissario straordinario Errani, e i presidenti di regioni, provincie e i sindaci dei paesi coinvolti nel sisma.

Renzi ha  emanato un decreto che prevede un primo finanziamento di 300 milioni, e la somma finale per la ricostruzione è di 3,5 miliardi di euro, il 6% è pagato dall'Unione europea.

Nel decreto sono contenuti 53 articoli che presentano gli interventi per una ripresa economica nelle zone colpite dal sisma, è spiegato anche come riavviare attività produttive, rinviare il pagamento delle tasse e come richiedere il risarcimento totale per le risorse necessarie a ricostruire case e edifici industriali.

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Si evince infatti che chi è stato colpito dal sisma può ottenere il 100% dei contributi per le spese della prima casa, della seconda casa e per le attività produttive, così come chi ha subito danni causati dal terremoto nelle aree più lontane dall'epicentro purché si trovino in un centro storico. Mentre chi ha case o attività danneggiate fuori dal centro storico verrà risarcito per il 50%.

Concludendo, visti i precedenti terremoti a L'Aquila e in Emilia Romagna, dove le ricostruzioni non sono state portate a termine, si spera di evitare di fare gli stessi errori del passato, e di riuscire a ricostruire le città distrutte.

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