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Ogni quanto avvengono le elezioni?

Le elezioni presidenziali in U.S.A. avvengono ogni quattro anni. Alla fine di questo periodo, chiamato mandato, il presidente può essere rieletto solo un altra volta. Per questo motivo quest'anno, dopo gli otto anni di mandato dell'ormai ex presidente Barack Obama, l’8 Novembre o "Election Day", si terranno le elezioni presidenziali.

 

Come si diventa presidente?

Per essere eletto Presidente, gli aspiranti candidati non possono contare sul voto dei cittadini. Il voto infatti viene emesso dai 538 grandi elettori. I grandi elettori vengono eletti su base statale sono pari alla somma dei senatori (100, due per ogni Stato), dei deputati (435, assegnati proporzionalmente alla popolazione residente nello Stato) più tre rappresentanti del Distretto di Columbia. Così facendo il voto non sarà espresso da tutti i deputati ma sarà un voto singolo di un gruppo di deputati, togliendo quindi il principio di "una testa un voto". I grandi elettori vengono espressi in un certo numero da ogni stato americano, il numero dipende dal numero di abitanti. Il voto dei grandi elettori è quello decisivo e può anche capitare che un candidato ottenga la maggioranza dei voti totali ma non quella dei grandi elettori, e quindi perde. Infine ogni partito deve scegliere un candidato migliore, che aspiri al posto di presidente o vicepresidente. Questo avviene nelle Primarie, momento in cui viene eletto un candidato per ogni partito.

 

Quali sono i candidati dei partiti?

I due più grandi partiti sono quello dei Repubblicani e dei Democratici.

Quest'anno i Repubblicani hanno dalla loro parte 4 candidati:

  • Ben Carson: un grande riformatore, e simboleggia  un tentativo da parte del partito di rinnovare le proprie tradizioni interne (infatti i repubblicani avevano sempre presentato candidati bianchi, vecchi, ricchi, di sesso maschile) essendo quest'ultimo un uomo di colore.

  • Ted Cruz: il senatore del Texas, che grazie al suo cognome, che è visto di buon occhio soprattutto dalla comunità latinoamericana, cerca di ottenere un buon numero di consensi.

  • Donald Trump: un uomo diventato ricco nel settore immobiliare che, contro ogni aspettativa, continua a essere il più apprezzato dall' elettorato dei repubblicani.

  • John Kasich: governatore dell' Ohio ideologicamente moderato, sebbene con delle idee conservatrici per quanto riguarda l'ambito finanziario.

Molto importante è invece la recente dimissione del candidato preferito Marco Rubio. Lui era l'uomo su cui il partito contava per vincere le elezioni e, vedremo dopo, per sconfiggere Trump.

 

I Democratici invece contano solo su due candidati, poiché molti hanno rinunciato sapendo di non poter affrontare Hillary Clinton e il suo curriculum ne spiega il motivo. I candidati  sono:

  • Bernie Sanders: un grande radicale, seppur consapevole di aver poche chance di vittoria, è stato il candidato che ha scaldato di più i cuori dell'elettorato democratico.

  • Hillary Clinton: la ex first lady, che si prepara a ricevere la nomination dei democratici che otto anni fa le fu sottratta da un inaspettato Barack Obama. Questa volta però è quasi sicura di vincere, contando anche sul voto degli afroamericani con i quali ha mantenuto buoni rapporti.

 

Elezioni Americane

Novità o Tradizione

 

di Marco Villa

 

Donald Trump in fin dei conti non è il vero candidato su cui punta il partito repubblicano. Bisogna però registrare che il suo diretto sfidante, Marco Rubio, non è riuscito a farlo cadere neanche utilizzando la cattiva pubblicità e alcuni aspetti non del tutto rispettabili del suo carattere. Il vero problema del partito repubblicano è che non ha nessun altro candidato su cui puntare.

La domanda che quindi sorge è: che farsene di Donald Trump? Il piano messo in atto dall’ ormai ex candidato Marco Rubio e John Kasich era di sottrarre più voti negli Stati in cui loro sono governatori, Florida e Ohio, per togliere a Trump la maggioranza in vista della Convention di Cleveland. Ciò è successo in parte: in Florida il piano non è riuscito, portando alla dimissione di Rubio, mentre in Ohio si. Il problema che potrebbe sorgere è che si manifesterebbero le lacerazioni del partito poiché è abbastanza strano che un partito cerci in tutti i modi di far perdere il canditato che sta riscuotendo più consensi. In più il fatto che Trump ha il coraggio di dire ciò che molti repubblicani pensano, alla lunga potrebbe avvantaggiare i democratici che sembrano invece perfettamente stabili al seguito del loro candidato migliore: Hillary Clinton. Per alcuni esperti però questa situazione sembra voluta e che Trump cerchi di danneggiare volutamente proprio i Repubblicani. (Come afferma "La nuova Bussola Quotidiana).

 

Hillary Clinton invece anche se non sarebbe il presidente ideale (a causa delle sue idee sulla economia, politica interna ed esterna) è l'unica candidata democratica che ha il "fisico", il carattere ma soprattutto i soldi per conquistare la Casa Bianca. Un punto di forza della sua candidatura è l'ostilità nei confronti della Russia. Se con la fine del secondo mandato di Barack Obama i russi pensavano di avere un po' di tregua nel commercio e nella loro politica, hanno fatto male i conti. Dalle ultime analisi risulta che la Clinton ha quasi la vittoria in tasca.


Da queste due sintesi, sembra più favorita Hillary Clinton. Dall'altra parte però Trump continua a accumulare consensi.

Chi vincerà, difficile dirlo con certezza. La domanda è se passerà la Tradizione o la Novità

 

 

 

 

Chi sono i canditati più emergenti?

 

Dei due partiti, solo due canditati sembrano aver la possibilità di vincere: Donald Trump e Hillary Clinton.

 

 

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