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FRANCHISING:

business in modo semplice

​

di Alessio Ceresa

Nonostante il calo dei consumi e le predizioni, il volume d'affari del franchising è aumentato. Non solo: sia gli introiti  che gli occupanti nel settore sono aumentati entrambi più del 4%.

 

Per capire meglio cosa è il franchising, detta “affiliazione commerciale” nel diritto italiano, partiamo dalla legge che lo regola in Italia:  la legge n.129 del 6 maggio 2004. " Il franchising consiste nella concessione esclusiva ad altre imprese indipendenti (franchisee) di un marchio per la vendita di prodotti o la fornitura di servizi da parte di un'azienda (franchisor) in cambio di un canone.”

Il franchising funziona in un modo molto semplice.

Quando un franchisee chiede ad un franchisor di aprire un nuovo negozio, si discute prima dove si vuole collocarlo e si stabilisce un prezzo iniziale. Il prezzo comprende i costi che il franchisor sostiene per: costruire i mobili del negozio, formare i nuovi dipendenti, le licenze varie più altri costi secondari.

Quando il franchisee paga tutto il prezzo egli diventa possessore del negozio, il proprietario è il franchisor, è per questo che il franchisee deve pagare trimestralmente/ semestralmente/ annualmente il canone al franchisor.

Il canone comprende il costo di affitto, parte degli utili ottenuti e il costo che sostiene la casa madre  nei confronti dei fornitori.

In questo modo si può capire meglio quali sono i fattori che hanno reso negli ultimi anni in Italia il franchising molto più potente rispetto a qualche anno fa.

L'associazione AssoFranchsing rappresenta gli interessi generali del franchising, studia e cerca di risolvere problemi economici, giuridici e fiscali dei soci franchisor, permette a tutti i soci di conoscersi e di relazionarsi al fine di realizzare nuove iniziative, sia su scala nazionale che mondiale.

Quando questa associazione si riunisce tra i mesi di aprile e maggio è perché deve far approvare il bilancio ai soci e per discutere di nuovi obiettivi o di problemi.

L'anno scorso il giro d'affari è stato di 23 miliardi: il 4% in più rispetto all'anno precedente ed è anche l'1% del PIL italiano.

Sono aumentati anche altri elementi: i punti vendita sia italiani che esteri, ora sono più di cinquantamila e gli occupanti, più di 190mila, questo grazie anche ad alcune riforme del governo, una tra tutte è il job Act.

In Italia il settore che è migliorato di più rispetto agli altri è senza dubbio quello “food”. Rispetto a due anni fa è aumentato del 25%; questo significa che solo il volume d'affari di questo settore sia il 10% del totale, ovvero 2.5 miliardi di euro. Infatti nel 2015 sono aumentate pizzerie, piadinerie e fast food.

Secondo me due fattori hanno causato il successo dei franchising “food”:

  1. l'investimento iniziale per le aziende del settore food non è molto costoso si parte da 5000€ e, senza contare i marchi molto conosciuti, si arriva ad un massimo iniziale di 89/90 mila euro.

  2. Il secondo fattore è stato il sito aprireinfranchising.it mostra una lista di tutti i marchi in franchising sui quali un potenziale imprenditore può investire.

Per i nuovi commercianti, poi, è meglio aprire un'attività in franchising rispetto a una propria, perché secondo Federfranchising Confesercenti, il 50% delle attività non franchising è in perdita dopo soli sei mesi dall’apertura. Il franchising rispetto a un'attività in proprio non va in perdita dopo sei mesi perché il controllo da parte del franchisor nei primi mesi è molto costante: se vede che ci sono poche vendite, molti costi o il mancato pagamento del canone, interviene e sistema il problema perché questi sono i mesi più importanti per capire se l'attività sarà duratura o no. È per questo motivo che il franchising è molto più sicuro rispetto a un'attività in proprio.

Negli ultimi anni il franchising si è molto ringiovanito, infatti il 26% degli imprenditori ha meno di 40 anni e anche le donne nel franchising sono aumentate del 30%, rispetto al 2008.

Ma come mai i  marchi esteri sono aumentati nel nostro paese? Perché le aziende estere hanno capito che l'Italia è un buon paese per aprire in franchising dei negozi. Se nel 2008 c'erano circa una centinaia di insegne estere nel nostro paese, ora ce n'è sono più di duecento, un grande balzo in avanti.

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