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La linea d'ombra: 

divide le due fasi della vita 

di Alessandro Bonadeo

E' sottile e separa la fase adolescenziale da quella adulta.

"Galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare, ma questa linea d'ombra non me lo fa incontrare".

Per la prima volta nella mia vita mi trovo a saper quello che lascio e a non saper immaginar quello trovo.

Sono arrivato a un punto della mia vita in cui c’è una sottile “linea d’ombra” che separa il ragazzo che ero e l’uomo che sarò.

Sento in qualche modo di appartenere a questa “linea” percependo  da una parte il peso della responsabilità e degli incarichi che mi spetteranno, ma dall’altra le tentazioni adolescenziali che mi trattengono; perciò sono in uno stato di stallo poiché in questo momento so cosa lascio, ma non riesco ad immaginare a cosa andrò incontro.

Sono però ormai mesi che mi accorgo di non dare più tanto peso agli oggetti che mi circondano.

Se qualche anno fa spendevo molti soldi per comprare una maglietta alla moda o un paio di scarpe griffate, oggi do più importanza alle persone che conosco e a me stesso, soprattutto in un’età in cui comincio a capire quali sono i veri valori della vita.

Tutto ciò che ho scritto fin ora posso sintetizzarlo con la parola “crescita”.

Io sto crescendo, di questo sono consapevole, perché mi pongo in continuazione svariate domande sulla mia esistenza e inoltre ho delle preoccupazioni che tempo fa non avevo.

Una delle domande persistenti è quella di chiedermi chi sono io e perché esisto.

Ho capito che la risposta mi verrà data giorno per giorno della realtà, la quale mi aiuterà a formarmi e a maturare per poter rispondere presto o tardi a questa domanda.

​Per trovare la risposta dovrò mettermi in gioco e affrontare le sfide che mi darà la vita e dovrò prendere delle decisioni proprio come farebbe il capitano di una nave (che paragonerei alla vita in questo caso) il quale dovrà scegliere la giusta rotta per giungere a destinazione e consegnare il carico che gli è stato affidato.

“È il privilegio della prima giovinezza di vivere in anticipo sui propri giorni, in quella bella continuità di una speranza che non conosce né pause né introspezione. Ci si chiude alle spalle il piccolo cancello della fanciullezza e si entra in un giardino incantato, dove anche le ombre splendono di promesse e ogni svolta del sentiero ha una sua seduzione. Non perché sia una terra inesplorata. Si sa bene che tutta l’umanità è passata per quella stessa strada. È il fascino dell’esperienza universale da cui ci si aspetta una sensazione non comune o personale: un pezzetto di se stessi. Riconoscendo le orme di chi ci ha preceduto, si va avanti, eccitati e divertiti, accogliendo insieme la buona e la cattiva sorte – le rose e le spine, come si suol dire – il variegato destino comune che ha in serbo tante possibilità per chi le merita o, forse, per chi ha fortuna. ” 

Joseph Conrad

 

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