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Lettera a...

di Davide Bernardo

Una lettera, una semplice lettera a... A un lavoratore, a un anziano, a uno studente, a un ragazzo.

A una persona come me, che spinto dal desiderio di trovare la verità, prova a capire a fondo le notizie non fermandosi ai titoli di prima pagina.

Chiunque tu sia, posso solo augurarti una buona lettura.

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Caro lettore,

Guardando i Tg in Televisione o leggendo giornali non ti è mai capitato di incrociare servizi che parlassero di Reparti Mobili? Oppure più comunemente di manifestazioni e scontri con la Polizia?

A me si, e questo mi ha fatto molto pensare. Tutta questa confusione di notizie ha fatto nascere in me il desiderio di capire di più sul mondo delle News e di trovare la verità in mezzo a un mare di fatti e interpretazioni basate sulla "pancia" delle persone. Molte volte ci crediamo e ci facciamo paladini di queste nuove ideologie. Poi sui social ci scateniamo scrivendo interi post o semplicemente condividendo pagine di attualità.

Così ti scrivo per parlarti di un tema sempre caldo.

I famosi "Celerini", quelli che si prendono insulti dovunque siano. Allo stadio, nei cortei o anche fuori dagli edifici pubblici. Il termine celerino ha però una vecchia storia.

Nel 1946 l'allora ministro Giuseppe Romita istituì un corpo speciale militarizzato chiamato "Reparto Celere". Questo perché avevano il compito di intervenire celermente, quindi in modo veloce, in situazioni delicate come: calamità naturali o cortei di manifestanti.  

Essi vennero impiegati fin da subito in azioni di sorveglianza nel dopo guerra, durante il riassestamento socio-politico della nazione. E anche negli anni di piombo dove li videro protagonisti di numerosi episodi di guerriglia. E' in questi anni che nasce l'odio nei confronti dei "celerini", ormai trasformatosi in un Reparto Mobile non armato.

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Anche se vennero accusati più volte di violenze ai danni dei cittadini già sotto il mandato di Mario Scelba negli anni 50', specialmente nel caso della strage di Portella della Ginestra del 1^ maggio 1947. Nella quale un gruppo armato guidato da Salvatore Giuliano, noto criminale siciliano del tempo, fece fuoco su alcuni cittadini che protestavano contro il latifondismo siciliano. Mario Scelba fu accusato, poi scagionato, di aver contibuito alla pianificazione della strage. Egli venne più volte chiamato in giudizio perché faceva spesso uso della Celere per reprimere le ondate di manifestazioni comuniste che caratterizzarono l'Italia nel dopo-guerra.

Questo fece nascere il mito del "Reparto Scelba". Ossia un Reparto violento e completamente soggiogato dal governo. 

Salvatore Giuliano

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Mario Scelba

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Dopo gli anni di Piombo non si sono registrati più veri e propri atti di violenza da parte dei Reparti Mobili contro i cittadini. L'ultimo è stato la sera del 21 luglio 2001, che tutti noi conosciamo come i "Fatti della scuola Diaz" o la "Notte di barbarie della Polizia". 

Accadde appunto la sera del 21 luglio 2001 a Genova durante il G8. In questo episodio il primo Reparto Mobile di Roma fece irruzione nelle scuole Diaz, Pertini e Pascoli dove stavano i manifestanti del Genoa Social Forum che durante tutto il G8 furono protagonisti di numerosi scontri con la Polizia.

Questo episodio ha fatto molto clamore perché i poliziotti, all'interno delle scuole, hanno dato sfogo a tutta quella rabbia e desiderio di vendetta che avevano collezionato nei giorni precedenti nelle manifestazioni.

A causa delle ingiurie e numerosi atti violenti da parte degli attivisti del Genoa Social Forum. 

E' stata una notte orribile, caratterizzata da numerosi feriti e molto sangue. A seguito dell'episodio finirono sotto accusa 125 poliziotti per violenze e si presume che molti altri ne fecero parte.

Questo episodio mi ha fatto molto riflettere, non tanto per le violenze stesse, bensì per quanto venne strumentalizzato dai media e dai gruppi di manifestanti. Tutti dissero che la Polizia era violenta, che doveva essere riformata e molto altro. Però nessuno parlò delle manifestazioni, delle violenze che invece avevano subito i poliziotti stessi, dei numerosi casi di infermità mentale diagnosticati agli agenti a causa dell'elevata esposizione a stress e segregazione.

Non voglio dire che la Polizia è senza peccato e che ha fatto bene, ma che a tutti i fatti c'è un motivo. 

C'è l'altra faccia della medaglia, che però non ci viene mostrata dai media perché scomoda e non attraente.

La verità è che se continueremo a non guardarci come persone senza guardare il lato umano dei fatti che ci accadono, non ci accorgeremo mai che sotto quei dannati caschi blu ci sono volti che una volta tornati a casa abbracciano una madre, una moglie o un figlio.

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Un caro saluto

Davide

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