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Che cos'è l'olio di palma?

 Fa male alla salute?

di Roberto Granato

Da circa 2 anni si è diffusa sempre di più la polemica riguardante i cibi contenti olio di palma,

Oggi quasi tutti i prodotti italiani non contengono più questo tipo di olio.

In seguito analizzerò in più punti diverse questioni riguardanti questo olio vegetale.

Da circa 2 anni si è diffusa sempre di più la polemica riguardante i cibi contenti olio di palma, eppure il suo primo uso per scopi alimentari risale a 10 mila anni fa.

Oggi quasi tutti i prodotti italiani non contengono più questo tipo di olio.

La domanda è: "Perché è stato eliminato dai prodotti italiani, fa male alla salute?

Innanzitutto, bisogna capire che cos'è l'olio di palma, dato che questo tipo di olio è il più utilizzato al mondo. Intanto possiamo dire che è vegetale e si ricava dai frutti della palma.

Esistono tre tipi di olio di palma:

  1. L'olio di Palma grezzo, che si ottiene spremendo la polpa del frutto proveniente dalla palma, e viene generalmente utilizzato come componente per i cosmetici, ma anche per detersivi e come biocarburante.

  2. L'olio di palma detto “Palmisto” invece si ricava dai semi dei frutti.

  3. L’ultimo è l'olio impiegato nei prodotti alimentari, raffinato è il meno salutare dei tre tipi perché è ottenuto tramite processi di chimici che lo portano a temperature molto elevate facendogli perdere così tutta la parte benefica degli acidi che possiede naturalmente.

È usato molto nei prodotti dolciari, perché ha la funzione di dare corpo a questi cibi e aumentare la loro conservazione.

In aggiunta questo tipo olio vegetale essendo già solido in natura, a differenza degli oli idrogenati come le margarine, non deve compiere ulteriori trasformazioni dannose per essere portato allo stato solido, questi processi sono dannosi perché aumentano il colesterolo cattivo del grasso.

 

L'olio di palma è ricco di grassi saturi, ne contiene circa l'80% e questo non è un bene.

È importante sapere che esistono 2 tipi di grassi principali, i grassi saturi, che in eccesso sono nocivi per la salute e i grassi insaturi contenuti soprattutto nell'olio di oliva e nel pesce, che invece bilanciano gli effetti negativi dei grassi saturi nel nostro sistema.

Molti studi, tra cui quelli fatti dall'organizzazione mondiale della sanità OMS, affermano che il consumo dei grassi saturi non dovrebbe superare più del 10% del fabbisogno calorico giornaliero.

Il fabbisogno giornaliero è l'energia necessaria di cui una persona necessità durante la sua giornata, varia a seconda di diversi fattori tra cui l'età e il peso del soggetto.

Per capire meglio quanto olio di palma si dovrebbe consumare senza superare il limite si può seguire l'esempio che segue.

Il fabbisogno giornaliero standard di un adulto è di circa 2000 calorie al giorno, secondo gli studi il livello massimo di grassi saturi sostenibile è solo il 10% della Cal giornaliere, quindi 200g.

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È davvero poco, se si pensa che mangiare una mozzarella da 150g, un bicchiere di latte e un po' di olio extravergine di oliva supera già il 10% consigliato.

Figurarsi il fabbisogno giornaliero standard di un bambino che ha una corporatura dimezzata, rispetto a quella di un adulto, il suo limite di grassi saturi consigliato è il 10% di 1200 Cal, cioè 120g, con solo una mozzarella da 150g supera il limite, senza tenere conto degli altri cibi che in genere assumono i bambini sotto forma di varie merendine contenenti olio di palma.

Se il consumo è superiore al limite consigliato è correlato un alto rischio di tumori, obesità e malattie cardiovascolari.

 

Questi grassi saturi sono anche contenuti in grandi quantità nelle carni, formaggi, altri grassi animali e cioccolato, quindi nei cibi più comuni, è per questo che sarebbe meglio evitare cibi confezionati contenti questo olio vegetale.

Nel febbraio del 2016 il Ministero della Sanità ha fatto fare diversi studi all'Istituto Superiore di Sanità (ISS) dimostrando che i bambini in Italia assumevano una quantità di grassi saturi superiore al 20% del loro fabbisogno calorico giornaliero, così si era giunti alla conclusione di moderare il consumo di cibi contenenti olio di palma.

Si può capire quindi che l'olio di palma è un tipo di grasso sicuramente non salutare.

Sorge quindi un'altra domanda: "Conviene quindi eliminare l'olio di palma dal mercato?"

Prima di rispondere, ho preferito analizzare questo olio in alcuni suoi lati positivi e altri negativi per avere un'idea più chiara delle varie questioni che lo riguardano.

VANTAGGI DELL'OLIO DI PALMA:

-È molto economico.

-È il migliore per la corretta conservazione dei cibi confezionati.

essenziale per la produzione di certi prodotti in quanto neutro (incolore, inodore, insapore), ad esempio per le creme spalmabili come la Nutella, oppure per il gelato, perché serve per dare una determinata consistenza ai prodotti senza alterarne il gusto.

ideale per la cottura dei cibi, in quanto ha un punto di fumo lento.

Il punto di fumo di un olio indica il tempo nel quale l'olio se usato per friggere inizierà a produrre sostanza nocive. Più è lento, maggiore sarà il tempo necessario per renderlo dannoso, quindi sarà più salutare, l'olio con il punto di fumo più lento di tutti è quello di arachidi.

-Per la sua coltivazione, la palma richiede aree di terreno più ristrette e necessita di una minor quantità di acqua, di fertilizzanti e di pesticidi, rispetto alla maggior parte delle altre piantagioni utilizzate per la produzione di olii, come ad esempio gli ulivi.

SVANTAGGI DELL'OLIO DI PALMA:

dannoso se consumato in eccesso, in quanto ricco di grassi saturi.

-È la causa della deforestazione di vastissime aree di foreste primarie a discapito della flora della zona, tra cui tigri e in particolare l'orango che rischiano l'estinzione.

Ciò accade perché la richiesta di olio tropicale nel mondo continua ad aumentare anche a causa del suo nuovo impiego come materia prima della benzina verde.

-Inoltre i gas emessi per il trasporto giornaliero via mare dalla Malesia all'Europa, uniti ai gas delle foreste bruciate sono molto dannosi per l'ambiente.

-Nel maggio del 2016 l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha dichiarato che l'olio di palma raffinato contiene diverse sostanze cancerogene.

Secondo me, nonostante abbia molti lati negativi, eliminarlo dal mercato non sarebbe la soluzione migliore, perché è sufficiente migliorarne la produzione, per evitare così alcuni fattori collegati alla deforestazione, come fa la Ferrero S.p.A la quale afferma che si può ottenere un olio più controllato, addirittura non più cancerogeno.

Inoltre, se lo si sostituisce con altri tipi di olio come quello di girasole o extravergine di oliva, siccome le loro piantagioni necessitando aree di coltivazione molto più vaste rispetto a quelle delle palme in Malesia ciò creerebbe una deforestazione maggiore che causerebbe ulteriori problemi.

Le varie multinazionali come la Ferrero S.p.A, McDonalds e Mulino Bianco che da anni vendono prodotti con questo olio vegetale si sono unite alla RSPO creando un nuovo tipo di olio di palma sostenibile. La RSPO è un'associazione nata nel 2004, in italiano significa “la tavola rotonda per l'olio di palma” è sostenuta dal WWF che non vuole si elimini questo olio dal mercato per le stesse motivazioni precedenti riguardanti la deforestazione. Le imprese che ne fanno parte certificano i loro prodotti ottenuti da una produzione più controllata e certificata da un apposito bollino.

Il problema è che le imprese che ne fanno parte sono poche, infatti producono solo il 20% dell'olio di palma esportato nel mondo.

Inoltre, all'inizio del 2016 molte multinazionali della RSPO ritenevano eccessive le regole da rispettare per garantire la sostenibilità e il rispetto delle foreste in Malesia, così il regolamento dell'associazione è stato cambiato e alcune regole sono diventate facoltative.

Quindi, spesso i consumatori che comprano prodotti con il bollino che certifica l'olio di palma sostenibile non stanno comprando un prodotto al 100% sostenibile.

Dopo la denuncia dell’EFSA sulle sostanze cancerogene dell’olio di palma, il 10 settembre 2016 in Italia sono state raccolte 176 mila firme, tutte di imprese note (la Coop, Esselunga, Barilla) che hanno deciso di eliminare l'olio di palma dai loro prodotti, anche perché c'è stato un calo della domanda nel mercato italiano vista la cattiva fama di questo prodotto.

In sintesi, resta in mano al consumatore la scelta riguardo il consumo dell’olio di palma.

Infatti, per un acquisto consapevole, dal 2014 è possibile riconoscere quali prodotti contengono olio di palma, perché l'Unione Europea ha emesso una legge che obbliga la dicitura specifica di vari ingredienti nelle etichette, tra cui l'olio di palma che fino ad allora era segnato genericamente con “oli vegetali”.

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