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La guerra del latte

di Tommaso Parachini

Lactalis

 

Il problema che tramite questo articolo andremo ad analizzare riguarda i piccoli allevatori italiani e la Lactalis una multinazionale francese che opera nel settore agroalimentare ed è una delle aziende più grandi al mondo ad operare in questo settore.

Grazie ad alcuni grossi investimenti fatti in Italia come l'acquisto della Galbani nel 2006 e l'acquisto della Parmalat nel 2011*, la Lactalis ad oggi controlla una buona parte del industria lattiero - casearia in Italia.

L'azienda si occupa principalmente di comprare il latte dai piccoli allevatori per poi conservarlo e rivenderlo ai supermercati o utilizzarlo per produrre formaggio o burro che rivende sempre ai supermercati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“La guerra del latte”

 

Questo è un termine usato dai giornali per intendere le recenti liti scoppiate tra la Lactalis e i piccoli allevatori italiani.

Il contenzioso ha come oggetto la critica ad alcune azioni della Lactalis che sin dal 2011, anno del acquisizione della Parmalat, obbligò gli allevatori a vendere 1 litro di latte a 35 centesimi*, ben 5 centesimi al di sotto del costo di produzione, pertanto costringendo molti allevatori a vendere le loro stalle per evitare di fallire poiché in perdita. Si stima che solo nel 2015 all' incirca mille stalle siano state chiuse.

Il problema principale è che normalmente il prezzo del latte viene deciso tramite un accordo tra i sindacati degli agricoltori e le industrie alimentari, ma in questo caso no poiché la Lactalis controlla quasi tutta la quota del mercato Italiano in questo settore e quindi si può imporre sugli allevatori tramite ricatti e azioni scorrette, va ricordato che non è la prima volta che la società viene accusata di comportamenti scorretti, poiché già in Spagna ricevette una multa di 60 milioni di euro all' inizio del 2015 da parte delle autorità antitrust per comportamenti scorretti.

Peraltro in Italia nonostante il prezzo del latte alla stalla sia di 35 centesimi, i prezzi del latte al supermercato, proprio a causa dello stato di semi monopolio della Lactalis, sono tra i più alti del Unione Europa (1,15€ al litro) in confronto a Germania ( 75 cent. ) e Olanda (85 cent.).

E’ così che nei primi giorni di novembre in Lombardia sono iniziate le proteste da parte degli allevatori che poi si sono espanse velocemente in tutta Italia, molti allevatori hanno occupato gli stabilimenti della Lactalis dove viene conservato il latte e hanno bloccato anche le autostrade sui cui transitano i camion della compagnia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'azienda francese ha però risposto bloccando completamente gli acquisti del latte dalle stalle Italiane, iniziando a importarlo dalla Germania dove il prezzo alla stalla è di 29 centesimi al litro, il che è molto interessante poiché nonostante in Germania ci sia un tenore di vita più alto e quindi i salari siano più alti, produrre il latte costa meno che in Italia per i seguenti motivi:

  • Primo fra tutti, i costi di trasporto, i quali incidono circa sul 4% del prezzo totale, sono più bassi che in Italia poiché la benzina costa meno e le autostrade sono gratuite per i residenti in Germania;

  • Inoltre le attività commerciali pagano meno tasse e questo incide notevolmente sui costi di produzione;

  • Da ultimo, le stalle tedesche sono dotate di macchinari per la produzione del latte molto più efficienti rispetto alle stalle italiane.

 

La soluzione al problema

 

A causa dell’estendersi delle proteste in Italia sono intervenute le autorità statali e alla fine, tramite vari accordi tra le autorità competenti in materia e la società, è stato trovato un accordo tramite cui lo Stato italiano si impegna a versare 55 milioni a favore degli agricoltori maggiormente in difficoltà e la Lactalis si impegna a comprare il latte a un prezzo non inferiore ai 40 centesimi al litro.

 

* (Parmalat nel 2011): nel 2003 a seguito di alcune indagini giudiziarie, emerse che la Parmalat aveva truccato i conti societari per risultare in pari e ottenere i finanziamenti dalle banche, la compagnia venne  salvata dal fallimento grazie al decreto salva imprese dello Stato e affidando la compagnia ad un curatore fallimentare. Lo stato italiano decise di salvare la società poiché nonostante avesse molti debiti era dotata di un apparato industriale molto efficiente e forniva lavoro a molte persone

 

* (35 centesimi al litro) va saputo che prima del 2011, il prezzo a cui veniva venduto il latte alla Parmalat era di 44 centesimi al litro, mentre dopo l'acquisizione da parte della società francese scese a 35 centesimi al litro.

Marchi Italiani di proprietà della Lactalis
Allevatori in protesta davanti ad uno stabilimento della Lactalis
Parmalat
35 centesimi
Allevatori occupano una strada su cui transitano i camion della Lactalis
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